LA PASQUA

La Pasqua, secondo tutte le confessioni cristiane, celebra la risurrezione di Gesù, che avvenne nel terzo giorno dalla sua morte in croce, come riportato dalle Scritture.
Eppure in molti non sanno che incorpora tradizioni precristiane legate alla primavera e alla fertilità.
ETIMOLOGIA & STORIA:Iniziamo con l'etimologia di questa festività. Il nome "Pasqua" deriva dal latino Pascha e dall'ebraico Pesah.
Ma, per effettuare un esame etimologico ancor più accurato della parola Pasqua, dobbiamo rifarci al termineinglese "Easter" che ci riporta ad antichi culti legati al sopraggiungere della primavera e in particolare ad una antica divinità pagana, la Dea Eostre.
La Dea Eostre & La Festa di Ostara
Ostara (chiamata anche Eostre, Eastre oppure Eostar) è uno degli otto sabbat pagani (8 tappe/feste fondamentali in un anno); essa si celebra il giorno dell'equinozio di primavera .
La festa è di origine germanica, infatti prende il nome da quello della dea Eostre, patrona della fertilità. La divinità si diffuse, con relativo culto e usanze festive, a tutta l'Europa toccata dalle invasioni germaniche. Essa aveva alcune affinità con divinità di culture più antiche come in Grecia quella di Estia, e nell'impero romano quella di Vesta.
La festa di Ostara celebra la rigenerazione della natura e la rinascita della vita, coincidente con l'equinozio di primavera. Nell'antichità, per l'occasione, le sacerdotesse della dea, celebravano un particolare rito che involveva l'accensione di un cero (che venne in seguito assimilato dalla tradizione cristiana) simboleggiante la fiamma eterna dell'esistenza. Il cero, all'interno dei templi dedicati alla dea, veniva spento solo all'alba del giorno seguente.
I popoli anglo-sassoni chiamavano il mese lunare corrispondente all'incirca al nostro aprile, Eostre-monath (mese di Eostre), e in questo periodo celebravano feste in onore della dea Eostre, associata a vari aspetti connessi col rinnovarsi della vita quali la primavera, la fertilità e la lepre (per la velocità con cui prolifica).
Con la diffusione del Cristianesimo la festa di Ostara venne assimilata dalla Pasqua, la cui data di celebrazione fu stabilito dal Concilio di Nicea dovesse cadere presso il primo plenilunio successivo all'equinozio di primavera. La nuova festa cristiana, ancora priva di un nome, in certe lingue assimilò anche la nomenclatura della vecchia festa. Ancora oggi, infatti, in inglese la Pasqua è chiamata Easter, e in tedesco Ostern. Anche parecchi elementi della tradizione antica furono inglobati dalle festività attuali, tra questi si possono citare il coniglio pasquale, simbolo di fertilità e prosperità e l'uovo, simbolo dell'embrione primordiale da cui scaturisce l'esistenza (concetto di uovo cosmico già presente in antichi miti della creazione della zona mediterranea ed in molte altre culture extra europee).
SIMBOLI:
L'Agnello
La simbologia dell'agnello o meglio del
"capretto" sarebbe strettamente legata al culto arboreo: la capra
infatti, vagando nei boschi, rosicchia le cortecce degli alberi
danneggiandoli notevolmente, ma solo al dio della vegetazione era
permesso nutrirsi della pianta da esso personificata, e dunque lo stesso
animale non può che essere sacro.
Come nel caso delle uova, l'uomo antico
mangiando la carne dell'animale crede di acquistare e assorbire una
parte di divinità, pertanto il cibarsi di animali sacri per il dio è un
sacramento solenne come la celebrazione di Gesù, rappresentato da un
Agnello che ancora oggi, in molte parti di Italia si consuma"...io sono
l'Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo...".
Il Coniglio
Così come nell'antichità, anche ai nostri giorni, i conigli sono rimasti simboli comuni di fertilità; il loro rapido tasso di riproduzione è, infatti, ben noto. Ma come fa il Coniglio pasquale a deporre uova ?
Secondo la leggenda, Eostre trasformò un uccellino in lepre perché superasse l'inverno. La mutazione non fu completa così la lepre continuò a deporre uova.
Le Uova
Le
uova, per la loro forma e sostanza, hanno sempre rivestito un ruolo
unico, come simbolo della vita in sé, ma anche del mistero, della
sacralità.
Già al tempo del paganesimo
in alcune credenze, il Cielo e la Terra erano ritenuti due metà dello
stesso uovo e le uova erano il simbolo del ritorno della vita, gli
uccelli infatti si preparavano il nido: a quel punto tutti sapevano che
l'inverno ed il freddo erano ormai passati.
L'usanza di donare uova decorate va molto indietro nel tempo...
I Greci, i Cinesi ed i Persiani se li scambiavano come dono per le feste Primaverili, così come nell'antico Egitto le uova decorate erano scambiate all'equinozio di primavera, data di inizio del "nuovo anno", quando ancora l'anno si basava sulle le stagioni.
L'uovo era visto come simbolo di
fertilità e quasi di magia, a causa dell'allora inspiegabile nascita di
un essere vivente da un oggetto così particolare.
Le uova venivano pertanto considerate
oggetti dai poteri speciali, ed erano interrate sotto le fondamenta
degli edifici per tenere lontano il male, portate in grembo dalle donne
in stato interessante per scoprire il sesso del nascituro e le spose vi
passavano sopra prima di entrare nella loro nuova casa.
Le uova, associate alla primavera per secoli, con l'avvento del Cristianesimo divennero simbolo della rinascita non della natura ma dell'uomo stesso, della resurrezione del Cristo: come un pulcino esce dell'uovo, oggetto a prima vista inerte, Cristo uscì vivo dalla sua tomba.
Ma le uova più famose furono indubbiamente quelle di un maestro orafo, Peter Carl Fabergé, che nel 1883 ricevette dallo zar Alessandro, la commissione per la creazione di un dono speciale per la zarina Maria.
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