Il Piombo fuso di San Giovanni

Fino a metà degli anni '60, nel napoletano ma in generale in tutta la Campania, persisteva la convinzione che la notte compresa tra il 23 e il 24 giugno fosse dotata di un inquietante potere divinatorio. Allo scoccare della mezzanotte ogni uomo, terreno e finito, poteva spalancare la propria porta sull'occulto mediante riti di chiaroveggenza in grado di svelare particolari futuri legati all'amore, alla fortuna o alla salute. Nel napoletano le giovani erano solite sciogliere del piombo in un recipiente pieno acqua e lasciarlo a riposo per tutta la notte. Il piombo fuso a contatto con l'acqua, nel suo indurirsi, è solito assumere le forme più inusuali e disparate, in questo caso però tali forme venivano considerate"divinatorie". Si credeva che il solidificarsi della sostanza non avvenisse a caso, ma secondo leggi occulte e misteriose che avrebbero fatto assumere all'elemento una forma che avesse a che fare con il mestiere svolto dal futuro marito: una scarpa per un calzolaio, un paio di forbici per un sarto, un martello per un fabbro e via dicendo. Tale pratica pare fosse in uso anche in altre zone d'Italia ma con la variante dell'uovo al posto del piombo.
