Il fantasma della Principessa in Thailandia, nella grotta con i ragazzi
Il mito della principessa sdraiata
Nella Thailandia Buddista la relazione tra l'uomo e le grotte è una storia di addomesticamento. Si ritiene che le grotte ospitino un tipo speciale di energia che uomini virtuosi i quali osino entrare nelle grotte possono accumulare. Coloro che praticano ascetismo, come i monaci e gli eremiti (ruesi), sono tra questi temerari.
Meditando dentro una grotta, si addomestica l'aspetto selvaggio di questo potere trasformandolo in qualcosa che è benefico per la società. I reliquiari e le offerte che si vedono nelle grotte in tutto il regno si spiegano con il bisogno di placare gli spiriti di chiunque sia riuscito ad addomesticare quel potere in cambio della loro protezione.
Tham Luang Nang Non letteralmente si traduce con "la grande grotta della signora sdraiata", ed è abitata dallo spirito di una principessa di un antico regno di Chiang Rung.
Il mito racconta che la principessa fu messa in cinta da una persona comune e che la principessa dovette rifugiarsi dentro la grotta per sfuggire a suo padre, il Re, il quale non approvava il suo amante.
Lei ora è lo spirito guardiano della grotta, Jao Thi, allusione ovvia ai suoi propri genitali, ed ai visitatori si consiglia di pregare per lei prima di avventurarsi nella grotta, per non rischiare di essere uccisi dall'inondazione.
Secondo la leggenda, chi visita la grotta deve adorare lo spirito per evitare di essere inghiottito. Questo tipo di miti, ricorda l'esperto, è comune a tutte le caverne della zona. C'è ad esempio poco più a sud quella di Nang Non, il cui spirito guardiano sarebbe quello di un nobile attirato nella caverna da una bellissima donna e poi ucciso. «Le caverne sono posti pieni di forza, ma anche di pericoli. Questi posti spesso hanno dei rituali annuali per assicurare che gli spiriti siano benevoli per i villaggi - racconta Johnson -. Gli spiriti hanno un aspetto feroce, e d'altra parte regnano su un mondo inospitale che deve essere 'addomesticatò prima di diventare utilizzabile dagli uomini. Proprio questa consapevolezza del pericolo si traduce nei riti che si tengono nella regione». Ad alimentare i miti, rileva l'antropologo, c'è anche il fatto che nel nord della Thailandia si incontrano tre religioni. «C'è la fede nel potere di particolari posti o persone - sottolinea -, il rispetto per gli insegnamenti buddisti e un modello di potere spirituale basato sulle tradizioni Hindu più antiche»