Alfabeto Tebano

ALFABETO TEBANO o ALFABETO DELLE STREGHE - Ora parliamo dell' alfabeto tebano. Arriviamo ora a qualcosa di pratico, qui di seguito vi riproponiamo l' alfabeto tebano detto anche rune tebane o alfabeto delle streghe.
Le lettere sono in realtà molto più corsive che runiche, contengono molte curve e non sono molto adatte per essere incise su materiali duri come i veri alfabeti runici, come l'Ogham. Le prime notizie che abbiamo sull'alfabeto tebano è nel libro di Cornelio Agrippa "Tre libri di Filosofia Occulta" pubblicato nel 1521. Ovviamente si pensa che sia molto più antico e implicito anche in quanto fa notare lo stesso Agrippa. L'assenza di U/J/W suggerisce che l'alfabeto tebano è originato come una cifra latina prima dell'11 secolo in cui viene introdotta la W e molto prima del 15 secolo in cui si sviluppa la U e la J.
L'origine delle lettere è oscura quindi.
L'alfabeto tebano sembra essere passato ai Wiccan da ordini successivi a Gardner come reinvenzione della stessa. Oggi è principalmente associato alla Wicca e spesso viene definito " L'alfabeto delle streghe". L'alfabeto tebano è sempre stato usato per iscrizioni talismaniche e formule magiche; molte streghe lo utilizzano per scrivere il loro nome nel grimorio. Non è legato a nessuna lingua in particolare. La maggior parte dei Wiccan riconosce l'alfabeto Tebano, ma il saperlo leggere normalmente è molto poco comune.E' un alfabeto crittografico, ovvero una serie di simboli che vanno a sostituire le comuni lettere dell'alfabeto allo scopo di rendere segreto quanto scritto. Il primo e più famoso accenno a questo alfabeto è presente nel famoso De Occulta Philosophia di Agrippa, ma la sua origine è probabilmente più antica: la mancanza delle lettere U, J e W lo collocano intorno all'anno 1000 e.v. Nel suo concetto originale il Tebano era usato per l'appunto come alfabeto crittografico con il quale i praticanti scrivevano soprattutto formule magiche e passaggi importanti dei propri grimori e delle proprie corrispondenze, allo scopo di renderli oscuri alla gente comune e soprattutto all'Inquisizione.